ESTETISTA: VUOI PAGARE MENO IVA?
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Cara titolare di centro estetico,
una delle domande che vengono fatte più spesso al commercialista è
come posso pagare meno IVA possibile?
L’intento, ovviamente, è quello di pagare meno tasse e avere più soldi in tasca.
Ma è quello che succede davvero?
Ovviamente non esistono tasse che siano amate da qualcuno ma l’IVA è di certo una delle tasse più odiate in assoluto dalle titolari di centro estetico.
Il motivo per cui l’IVA è così particolarmente odiata è dovuto dal fatto che è quella tassa che:
-
viene pagata più spesso (ogni mese o ogni 3 mesi al massimo)
-
ha gli importi più alti da versare (il 22% di tutto quello che incassi).
Questi 2 elementi rendono l’IVA davvero indigesta e moltissime titolari di centro estetico cercano in qualunque modo di poterne pagare meno possibile.
Apparentemente sembra una buona idea: in fondo se non dai i soldi allo Stato, significa che te rimarranno in tasca di più a te.
L’obiettivo del “pagare meno IVA”, quindi, è avere più soldi sul tuo conto corrente, giusto?
Bene, se questo è l’obiettivo ho una brutta notizia da darti:
non lo potrai raggiungere mai!
E’ IMPOSSIBILE pagare meno IVA e, contemporaneamente, avere più soldi sul conto corrente.
Anzi, è vero proprio il contrario.
Ti sembrerà assurdo ma meno IVA paghi e meno soldi hai sul conto corrente!
E questo succede non per incompetenza del tuo commercialista o per qualche motivo che tu possa in qualche modo cambiare ma succede proprio per il modo in cui funziona l’IVA.
Ed è importantissimo che tu conosca questi meccanismi, altrimenti non potrai mai proteggere i soldi che hai sul conto corrente.
L’IVA, commercialisticamente parlando, non è una “tassa” ma è una “imposta” e più precisamente l’imposta sul valore aggiunto.
So che a te questo interessa poco e che per te l’IVA sono solo “soldi che escono” a prescindere dal nome che gli danno ma volevo solo farti notare le altre due parole cioè “valore aggiunto”.
Perché le parole “valore aggiunto” sono il modo goffo di indicare il fatto che questa imposta viene pagata sugli acquisti e sulle vendite che vengono fatte tra due soggetti.
In pratica chi compra riceve un “valore aggiunto” da chi vende e quindi lo Stato vuole una fetta di questo valore aggiunto che viene creato tra un passaggio e l’altro.
Facciamo un primo semplicissimo esempio per capire meglio.
Tu compri un prodotto dalla tua casa cosmetica.
Quindi tu sei chi compra e riceve un “valore aggiunto” e la casa cosmetica è chi vende e dà un “valore aggiunto”.
Il “valore aggiunto” che ricevi è il fatto di avere in Istituto un prodotto.
Il prodotto costa 10 euro + iva, quindi 12,20 euro.
I 2,20 euro di IVA sono la parte che lo Stato si prende sul passaggio “casa cosmetica ⇒ tu”.
Ora che hai il prodotto a disposizione lo rivendi alla tua cliente Maria.
Adesso è Maria quella che compra e riceve un “valore aggiunto” e tu sei quella vende e dà un “valore aggiunto”.
Il “valore aggiunto” che dai è il fatto che Maria può usare quel prodotto a casa sua e farsi bella.
Il prodotto costa a Maria 16,39 euro + iva, quindi 20,00 euro (perché ovviamente tu ci hai aggiunto la tua parte di guadagno, mica lo rivendi allo stesso prezzo).
I 3,61 euro di IVA sono la parte che lo Stato si prende sul passaggio “tu ⇒ Maria”.
“Ma quindi scusa un attimo” mi dirai. “In pratica lo Stato si è preso 2 euro e 20 quando la casa cosmetica lo ha dato a me e 3 euro e 61 quando io l’ho dato a Maria? In pratica lo Stato di è messo in tasca 5 euro e 81 sullo stesso identico prodotto, senza fare un tubo, solo perché ce lo siamo scambiati in 3 persone?”
Questo è quello che sembra ma in realtà non è così che funziona.
Perché esiste il meccanismo della detrazione dell’IVA, quello che comunemente tutti noi chiamiamo “scaricarsi” l’IVA.
Grazie al fatto che si può “scaricare” l’IVA, lo Stato non si mette in tasca tutti i 5 euro e 81 che abbiamo visto nell’esempio di prima ma si mette in tasca molto meno.
La prima domanda che viene in mente a questo punto è: “e allora quanto si mette in tasca lo Stato? Meno quanto?”
In realtà la domanda più interessante da fare non è quanto si mette in tasca lo Stato ma:
“chi è che paga la cifra che si mette in tasca lo Stato?”
“Beh io!” risponderebbe chiunque “Guarda qua, ho gli F24! Puoi dire che non la pago io?!”
Effettivamente tu la versi con l’F24, questo è innegabile.
Il punto però, è che il versamento che fai con quell’F24 è fatto con soldi che non sono tuoi.
“Ma come?!? Oh, i soldi escono dal mio conto corrente, eh?! Sono miei si!”
Capisco la confusione, l’IVA fa proprio questo effetto.
Per capirci qualcosa proviamo a vedere l’IVA come se fosse un fiammifero acceso.
Questo fiammifero acceso viene passato di mano in mano fino a che, ad un certo punto, qualcuno si brucia.
Quello che si brucia è quello che deve pagare l’IVA allo Stato.
Quindi ci saranno dei passaggi di mano in cui il fiammifero rimane acceso senza bruciare chi lo tocca mentre ci sarà qualcuno che, inevitabilmente, si scotterà.
Come facciamo a capire chi si scotta e chi no?
Come facciamo a capire chi paga DAVVERO l’IVA e chi no?
Dobbiamo tornare al concetto di “scaricare” l’IVA.
Tutti quelli che si possono “scaricare” l’IVA sono quelli che possono passare il fiammifero acceso SENZA scottarsi.
Tutti quelli che NON si possono “scaricare” l’IVA sono quelli che si scottano.
E chi sono quelli che si possono “scaricare” l’IVA? Tutti quelli che hanno una partita iva come te, titolare di centro estetico, e fanno acquisti legati all’attività che gestiscono con la partita iva.
E chi sono quelli che NON si possono “scaricare” l’IVA? Tutti quelli che NON hanno una partita iva come te o che hanno una partita iva ma che fanno acquisti scollegati all’attività che gestiscono con la partita iva.
Qualche esempio ti aiuterà a capire meglio queste due frasi.
Riprendiamo l’esempio del prodotto che compri dalla casa cosmetica e vendi alla tua cliente Maria.
Prima lo rivediamo a livello di teoria e poi di pratica coi numeri.
Ci sono tre soggetti coinvolti:
-
la casa cosmetica
-
tu
-
Maria
e due passaggi di mano:
-
tra la casa cosmetica e te
-
tra te e Maria.
La casa cosmetica produce il prodotto e te lo vende. In questo momento è come se avesse acceso il fiammifero e lo passa a te.
A questo punto tu ricevi il fiammifero e la domanda è: ti scotterai le dita?
Abbiamo detto che si scotta le dita chi non può “scaricarsi” l’IVA.
E abbiamo detto che non può “scaricarsi” l’IVA chi:
-
non ha una partita iva
-
ha una partita iva ma fa acquisti che non c’entrano con l’attività che svolge.
In questo caso il fiammifero lo hai ricevuto tu che:
-
hai una partita iva con cui gestisci il centro estetico;
-
hai comprato un prodotto, quindi è un acquisto che c’entra con l’attività che svolgi.
Visto che rispetti tutti e due i requisiti, significa che con quel fiammifero NON SARAI TU A SCOTTARTI.
Andiamo quindi al passaggio successivo, quello tra te e la tua cliente Maria.
A questo punto tu consegni il fiammifero a Maria e la domanda è: Maria si scotterà le dita?
Abbiamo detto che si scotta le dita chi non può “scaricarsi” l’IVA.
E abbiamo detto che non può “scaricarsi” l’IVA chi:
-
non ha una partita iva
-
ha una partita iva ma fa acquisti che non c’entrano con l’attività che svolge.
In questo caso il fiammifero lo ha ricevuto Maria che:
-
non ha una partita iva.
Visto che Maria NON rispetta nemmeno il primo requisito, significa che con quel fiammifero sarà Maria a scottarsi!
Perché lei NON potrà “scaricarsi” l’IVA sull’acquisto che ha fatto e sarà lei a cui mancheranno effettivamente i soldi sul conto corrente.
Per dimostrartelo vediamo lo stesso esempio dal punto di vista numerico.
La casa cosmetica ti vende il prodotto a 10 euro + iva.
Quindi tu materialmente farai un bonifico di 12,20 euro alla tua casa cosmetica.
Il tuo conto corrente andrà quindi in rosso a -12,20 euro.
Ma attenzione: tutti i 12,20 euro sono ora nelle tasche della casa cosmetica e il tuo conto corrente è in rosso di 12,20 euro.
Però grazie al fatto che tu, in questo caso, puoi “scaricarti l’IVA”, hai appena maturato 2,20 euro di credito verso lo Stato.
“E quando me li torna lo Stato questi 2,20 euro?!?”
Ci arriviamo tra un attimo.
Andiamo prima al momento in cui vendi il prodotto alla tua cliente Maria per 20,00 euro.
Cosa succede adesso?
Che il tuo conto corrente, che era in rosso di 12,20 euro, si vede entrare 20,00 euro.
Quindi 20,00 - 12,20 = 7,80 euro di saldo positivo sul tuo conto corrente.
Molto bene, sei tornato in positivo.
Attenzione però.
Perché i 20,00 euro che ti ha dato Maria, sono da dividere tra te e lo Stato.
Quei 20,00 euro sono in realtà 16,39 euro + iva.
Ovvero 16,39 euro per te e 3,61 euro per lo Stato.
Quindi tu hai appena incassato 20 euro, è vero. Ma sai già che non sono tutti tuoi.
Infatti hai appena maturato 3,61 euro di debito verso lo Stato.
Ovvero i 3,61 euro che lo Stato non vuole da te ma vuole da Maria, che è quella che non potendo “scaricarsi” l’IVA è quella che rimane effettivamente scottata dal fiammifero.
Se non fosse esistita l’IVA, Maria avrebbe pagato quel prodotto solo 16,39 euro mentre invece lo ha pagato 20,00 euro!
Molte titolari di centro estetico pensano che se non esistesse l’IVA loro venderebbero comunque il prodotto a 20,00 euro e si terrebbero in tasca i soldi che invece versano.
La realtà è ben diversa.
Perché se non esistesse l’IVA quel prodotto qualcuno lo venderebbe comunque a 16,39 euro e quindi a 20,00 euro nessuno lo comprerebbe più!
Quindi in tasca all’estetista arriverebbero comunque in tasca gli stessi 16,39 euro che prende oggi!
Non sarebbe assolutamente più ricca di oggi ma vedrebbe passare solo meno soldi sul conto corrente.
Ma torniamo al tuo conto corrente, perché la storia non è ancora finita.
Eravamo al punto che sul tuo conto ci sono 7,80 euro (i 20,00 euro di Maria - i 12,20 euro dati alla casa cosmetica).
Abbiamo anche detto, però, che avevi un credito di 2,20 euro verso lo Stato (maturato quando hai comprato il prodotto) e un debito di 3,61 euro verso lo Stato (maturato quando hai venduto il prodotto).
Ora: quanto verserai allo Stato con il tuo F24?
Allo Stato con il tuo F24 verserai 3,61 di debito - 2,20 di credito = 1,41 euro di IVA.
Ecco quando lo Stato ti torna i soldi. Quando compensi i debiti coi crediti ogni mese o ogni 3 mesi, in base a quando paghi l’IVA.
Cosa succede al tuo conto corrente?
Hai 7,80 euro, giusto?
Bene, tolti 1,41 euro che devi dare allo Stato ti rimarranno 7,80 - 1,41 = 6,39 euro sul conto corrente.
E cosa sono questi 6,39 euro?
Beh, sono il tuo effettivo guadagno sull’operazione di vendita del prodotto che hai fatto!
Lo hai comprato a 10,00 euro + iva?
Lo hai venduto a 16,39 euro + iva?
Beh, lasciando da parte l’IVA, 16,39 euro - 10,00 euro fa proprio quei 6,39 euro che ti trovi sul conto corrente!
Quella è la parte di soldi che hai prodotto grazie al tuo lavoro.
Lo Stato da tutti questi 2 passaggi si è messo in tasca 1,41 euro con il tuo F24 e 2,20 euro con l’F24 che pagherà la tua casa cosmetica per versare i tuoi soldi che ha preso.
Quindi lo Stato si è messo in tasca 1,41+2,20=3,61 euro totali.
E chi ha rinunciato effettivamente di tasca propria a questi 3,61 euro?
Chi si è bruciato le mani col fiammifero?
Maria! Lei ha pagato quel prodotto 16,39 euro + iva!
Ha pagato 20 euro una cosa che ne vale 16,39!
Ha dovuto dare 3,61 euro allo Stato per potersi fare bella con quel prodotto!
Certo che poi quei 3,61 euro li hai versati materialmente un pezzo tu e un pezzo la tua casa cosmetica con gli F24 ma quei 3,61 euro sono usciti dalle tasche di Maria.
Tu e la casa cosmetica avete fatto solo da esattori delle tasse per conto dello Stato a spese di Maria.
Ma è Maria che si è scottata davvero con quel fiammifero!
Ora che hai capito come funziona l’IVA puoi anche capire perché l’idea di pagare meno IVA possibile con l’obiettivo di pagare meno tasse e avere più soldi in tasca è impossibile da realizzare.
Perché l’unico modo di NON pagare l’IVA (a parte fare nero, ovviamente, ma è illegale) è quello di fare così tanti acquisti da maturare abbastanza iva a credito da coprire tutta l’IVA a debito.
Ma se fai una cosa del genere ti dai solo la zappa sui piedi.
Riprendiamo l’esempio di prima.
Hai 7,80 euro sul conto corrente e un F24 da 1,31 euro da pagare allo Stato.
Non vuoi pagarli, così hai meno tasse e più soldi per te.
Decidi quindi di comprare un secondo prodotto.
Dai altri 12,20 euro alla casa cosmetica.
Effettivamente non hai più IVA da versare perché all’F24 da 1,31 togliamo i 2,20 euro di credito che hai appena ri-maturato grazie all’acquisto del secondo prodotto.
Niente F24, figo!
Peccato però che a questo punto il tuo conto corrente torna in rosso perché 7,80 euro - 12,20 euro = -4,40 euro.
Non hai iva da versare IVA ma sei in rosso con il conto corrente!
Hai meno soldi per te!
“Eh ma poi vendo il secondo prodotto e torno in positivo!”
Si ma maturi anche altra IVA a debito e ricomparirà un altro F24.
E per non pagarlo tornerai di nuovo in rosso col conto, in una girandola senza fine da cui, per uscire, ti devi rendere solo conto di una cosa:
cercare di pagare meno IVA è STUPIDO!
Un centro estetico che funziona paga TANTA IVA.
TANTA IVA = TANTO GUADAGNO.
TANTO GUADAGNO = ESTETISTA FELICE.
Il segreto sull’IVA non è pagarne poca ma è gestire bene i soldi sapendo che i prezzi che fai devo essere calcolati in modo tale che gli F24 non ti mettano mai in difficoltà.
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